“Dani Alves si è suicidato in carcere.”| La fake news del suicidio e lo sfogo del fratello contro la crudeltà online

Dani Alves, la fake news del suicidio in carcere: lo sfogo del fratello contro la crudeltà online

L’ex calciatore della Juventus

condannato per stupro e detenuto a Barcellona, diventa vittima di notizie false: la verità svelata dal suo familiare e l’annuncio di azioni legali”

Ieri, sabato 9 marzo, una notizia agghiacciante

si è diffusa sui social media: “Dani Alves si è suicidato in carcere.” Un annuncio che ha colpito duramente l’ex calciatore della Juventus, attualmente detenuto nel penitenziario Brians 2 di Barcellona, dove sta scontando una condanna per stupro.

La falsità della notizia

è stata prontamente smentita dal fratello del calciatore brasiliano, Ney Alves, il quale ha pubblicato un video su Instagram per esprimere il suo sdegno nei confronti di coloro che hanno diffuso questa notizia ingiusta e dannosa. Nel video, Ney Alves ha denunciato la crudeltà delle persone che sembrano desiderare la morte di Dani Alves nonostante la sua condanna e il protocollo anti-suicidio attivato nelle ultime settimane.

“Quanta crudeltà ha l’essere umano?”, si è chiesto Ney Alves nel suo sfogo online.

“Lo avete già condannato per le parole di una donna entrata in un bagno maschile per fare cosa solo lei lo sa. È già stato condannato. Non è sufficiente? È in prigione. Ora, la follia è che ne volete la morte. Volete vedere mio fratello morto. Ma quanta crudeltà è questa?”

Nel frattempo, l’addetto stampa di Dani Alves ha contattato la radio Itatiaia di Belo Horizonte per smentire categoricamente la falsa notizia e annunciare l’avvio di azioni legali contro chiunque abbia diffuso tali informazioni dannose.

In questo contesto, la vicenda di Dani Alves evidenzia

l’importanza di verificare attentamente le fonti e diffidare delle notizie sensationalistiche che possono danneggiare irreparabilmente la reputazione di un individuo. La famiglia Alves chiede giustizia e rispetto, mentre il caso potrebbe portare a una riflessione più ampia sulla gestione delle informazioni online e sui danni provocati dalle fake news.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *