Un’innovativa proposta: Perledellago, il vino in lattina della Perla del Garda
Una sfida verso il futuro del vino
La Perla del Garda, cantina di Lonato guidata da Giovanna Prandini, si pone una nuova sfida con il lancio di “Perledellago“, un vino in lattina che guarda verso nuove opportunità di mercato e una crescita sostenibile. In un panorama in cui il vino in lattina è ancora snobbato in Italia ma ampiamente diffuso all’estero, l’azienda decide di puntare su questa novità per attrarre le giovani generazioni di consumatori, che mostrano interesse per il vino ma spesso faticano ad approcciarvisi.
Un vino identitario e innovativo
La particolarità di “Perledellago” risiede nella scelta di utilizzare uve Turbiana, che conferiscono al vino una forte identità territoriale. Pur non rientrando nella denominazione ufficiale a causa delle attuali regole del disciplinare, questo vino in lattina si propone come una rivisitazione moderna del classico “pirlo” bresciano, un aperitivo tradizionale che richiede l’utilizzo di un vino fermo. Il packaging, curato e disegnato da Alessia Prandini, nipote della fondatrice, si distingue per un dosaggio da 0,25cl, che richiama il tradizionale “quartino” consumato nelle osterie, unendo tradizione e modernità.
Una visione sostenibile e all’avanguardia
L’obiettivo dell’azienda è abbracciare le sfide poste dai nuovi segmenti di mercato, puntando a quintuplicare la produzione attuale di 20mila lattine e introducendo un nuovo formato da 20cl per il vino frizzante. Con la speranza di inserire il prodotto nel disciplinare Garda Doc, la Perla del Garda crede che la lattina in alluminio possa trasmettere un messaggio di freschezza e sostenibilità, considerando la totale riciclabilità del materiale. Grazie alla recente certificazione Equalitas e alla sua costante crescita nel settore, l’azienda si conferma pioniera anche in termini di sostenibilità, producendo 250mila bottiglie su 45 ettari e generando un fatturato di circa 2 milioni di euro, in crescita di 300mila euro rispetto al 2023.