Un professore italiano in corsa per la presidenza di World Rugby
Candidatura del Prof. Andrea Rinaldo
Il rinomato scienziato italiano, il Prof. Andrea Rinaldo, si candida ufficialmente alla presidenza di World Rugby. Conosciuto per i suoi studi sul riscaldamento globale e sugli impatti ambientali, Rinaldo è attualmente direttore del Laboratorio di ecoidrologia all’Ecole Polytechnique Federale di Losanna e Ordinario di Costruzioni idrauliche all’Università di Padova. Nel 2023 ha vinto lo Stockholm Water Prize, considerato il Nobel delle scienze dell’acqua.
Un passato da giocatore e dirigente
Oltre alla sua carriera accademica, il Prof. Rinaldo ha un passato nel rugby giocato. Negli anni ’70 ha rappresentato l’Italia per quattro volte in campo internazionale. Dopo aver vinto tre scudetti con il Petrarca Padova, ha ricoperto il ruolo di presidente del club dal 1996 al 2003. Una rottura dei legamenti crociati lo ha costretto al ritiro nel 1978, ma ha continuato a contribuire al mondo del rugby come dirigente.
Candidatura annunciata a Tokyo
La candidatura di Rinaldo è stata ufficializzata durante un evento a Tokyo, in onore della nazionale italiana. Marzio Innocenti, presidente federale, ha supportato la decisione del Prof. Rinaldo di candidarsi come presidente di World Rugby, sottolineando il ruolo storico che l’Italia potrebbe avere in tal posizione. Rinaldo ha espresso la sua motivazione per la candidatura, focalizzata sullo sviluppo equo del gioco e sul benessere degli atleti.
Programma e obiettivi
Il Prof. Rinaldo ha delineato parte del suo programma, che include la discussione sull’implementazione di tetti salariali a livello globale nel rugby, garantendo trasparenza nelle entrate di World Rugby. Con il sostegno della Fir, Rinaldo si propone di portare avanti un’agenda incentrata sull’evoluzione responsabile del gioco e sulla tutela degli interessi degli sportivi.
La candidatura del Prof. Andrea Rinaldo come presidente di World Rugby rappresenta un ponte tra la scienza e lo sport, portando una prospettiva unica al tavolo decisionale della federazione mondiale. La sua esperienza, sia come accademico di fama internazionale che come ex giocatore e dirigente di rugby, lo rende un candidato distintivo con una visione ampia e all’avanguardia per il futuro del rugby a livello globale.