Un nuovo capitolo per l’Olimpismo: il ruolo decisivo del cardinal Ravasi
Il contributo di padre Ravasi alla riflessione del Cio
Nei mesi che precedettero l’edizione di Tokyo 2020, il Cio si trovava di fronte ad una decisione cruciale per l’aggiornamento del motto olimpico. Fu in quel contesto che il cardinal Gianfranco Ravasi offrì un “consiglio” determinante, proponendo di adottare il termine latino “communiter” come quarta parola del celebre motto “Citius, altius, fortius” , coniato all’epoca dei primi passi dell’Olimpismo moderno da padre Henri Didon, stretto collaboratore di Pierre De Coubertin. Inizialmente, il Cio sembrava propendere per l’opzione “communis”, ma alla fine la scelta ricadde su “communiter”. Per la traduzione in inglese, fu optato per “together”, da affiancare a “faster, higher, stronger”. I dettagli della corrispondenza tra Ravasi e il presidente del Cio, Thomas Bach, emersero nel libro curato da Angela Teja “Padre Henri Didon”, presentato durante un evento presso Casa Italia, sede del Coni alle Olimpiadi di Parigi 2024.
Padre Henri Didon: un pilastro dell’olimpismo moderno
L’evento, organizzato in collaborazione con la fondazione Giovanni Paolo II per lo sport e la rete di magistrati “Sport e legalità”, si concentrò sull’importante figura di padre Henri Didon, spesso poco conosciuta al di fuori degli ambienti degli storici dello sport. Daniele Pasquini, presidente della fondazione, sottolineò l’obiettivo dell’iniziativa: dare risalto all’importanza di Didon nell’ambito dell’olimpismo moderno. Anche don Franco Finocchio, cappellano della delegazione italiana a Parigi 2024, condivise la sua esperienza dal Villaggio olimpico, esprimendo la bellezza della condivisione e della fratellanza tra atleti di diverse nazionalità, riflettendo così il significato di “insieme” nel contesto delle nuove sfide della contemporaneità.