Sesso scatena ‘danza chimica’ nel cervello del maschio: lo studio

(Adnkronos) – 'Sesso e samba', il titolo di uno dei tormentoni musicali dell'estate 2024 potrebbe essere più azzeccato di quanto si pensi, anche da un punto di vista scientifico. Un nuovo studio, infatti, ha documentato quello che succede nel cervello di un maschio quando fa l'amore con la compagna: all'interno dell'area responsabile del piacere si scatena una vera e propria 'danza' intricata fra due messaggeri chimici, la dopamina e l'acetilcolina. Una danza che controlla la progressione del comportamento sessuale nella sequenza corretta. Questione di ritmo, insomma. Gli scienziati l'hanno osservata nel cervello dei topi maschi. E sebbene topi ed esseri umani abbiano comportamenti sessuali diversi, le regioni cerebrali e i sistemi di neurotrasmettitori coinvolti nella funzione sessuale potrebbero essere simili, sottolineano gli autori. Ecco perché questa scoperta potrebbe avere implicazioni anche per l'uomo: gli esperti suggeriscono che potrebbe fornire nuovi indizi utili per ispirare trattamenti della disfunzione sessuale, in particolare dell'eiaculazione precoce che colpisce dal 20% al 30% degli uomini sessualmente attivi. Per scoprire cosa guida il comportamento sessuale negli animali, gli autori del lavoro pubblicato sulla rivista 'Neuron' hanno tracciato secondo per secondo l'attività cerebrale dei roditori durante tutte le fasi dell'accoppiamento, in una sorta di versione scientifica di 'Inside Out', il fortunato film d'animazione che immagina cosa succede nella mente di una 11enne alle prese con le sue emozioni. Come ci sono riusciti? Hanno iniettato sensori fluorescenti in grado di rilevare i neurotrasmettitori nel nucleo accumbens dei topi maschi. Il meccanismo è semplice: una fibra ottica si illumina se il cervello rilascia dopamina e acetilcolina, neurotrasmettitore quest'ultimo noto per regolare la dopamina. "Il comportamento sessuale è una sequenza complessa di eventi", evidenzia l'autore senior della ricerca, Qinghua Liu del National Institute of Biological Sciences di Pechino. "Lo studio ha rivelato le dinamiche di come diverse sostanze chimiche lavorano insieme nel cervello maschile per regolare le transizioni attraverso queste diverse fasi". Studi precedenti si erano concentrati sull'inizio di tutto il processo, ma quello che accade esattamente durante gli altri passaggi del sesso (dalla penetrazione all'eiaculazione) era rimasto sconosciuto. Quello che i ricercatori hanno scoperto è che il cervello dei topi iniziava a rilasciare acetilcolina ritmicamente prima dell'avvicinamento tra lui e lei. Circa 6 secondi dopo l'inizio del rilascio di acetilcolina, il cervello iniziava anche a rilasciare dopamina. E durante l'accoppiamento vero e proprio, il rilascio di acetilcolina e dopamina fluttuava ritmicamente a tempo con i movimenti del topo. Poi a un certo punto il rilascio di dopamina rallentava significativamente, prima di aumentare rapidamente durante il passaggio alla fase successiva dell'eiaculazione. "Siamo in grado di osservare questi eventi con una risoluzione temporale molto precisa per comprendere come i neurotrasmettitori interagiscono tra loro", assicura la prima autrice del lavoro, Ai Miyasaka, dell'università di Tsukuba in Giappone. I ricercatori hanno anche scoperto che la concentrazione di dopamina ha svolto un ruolo importante. Durante l'inizio del contatto intimo fra i due topi, le cellule nervose che esprimono due principali recettori della dopamina, D2R e D1R, erano meno attive del solito. Se il ricercatore attivava artificialmente le cellule D1R in questa fase, i topi tornavano immediatamente alla fase di monta. Se venivano attivate le cellule nervose D2R, invece, i topi smettevano del tutto di impegnarsi in attività sessuali. "Abbiamo scoperto – spiega Liu – il preciso meccanismo di segnalazione della dopamina che aiuta a garantire che il comportamento sessuale segua la sequenza corretta". E avendo ora "una comprensione esatta di come funziona la dopamina durante il sesso e l'eiaculazione – conclude Miyasaka – credo che questo studio abbia aperto le porte allo sviluppo di trattamenti clinici" futuri. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)