Il pediatra: “Nella dieta degli under 18 poco pesce, 2 porzioni in meno a settimana”

(Adnkronos) – Troppo poco pesce nei piatti dei baby-italiani, che viaggiano in media al ritmo di "2 porzioni in meno a settimana" e 'dilapidano' un tesoro di salute che in un anno raggiunge in totale le "160mila tonnellate", cioè l'equivalente delle porzioni mancate. E' il calcolo del pediatra Italo Farnetani che analizza il problema del fabbisogno di pesce non sempre rispettato per i più piccoli, in occasione del suo intervento a un convegno che si terrà domani, sabato 12 aprile, al Museo del Mare di San Benedetto del Tronto, nelle Marche, in occasione del gemellaggio fra il club Rotary di San Benedetto e di Mazara del Vallo (Sicilia). "Si prevede – spiega l'esperto all'Adnkronos Salute – che il pesce vada assunto per 3 pasti alla settimana. Ma in realtà, da un'indagine che ho condotto in varie parti d'Italia, emerge che il consumo medio è di una volta a settimana. Si perdono quindi ogni giorno 2,5 milioni di porzioni su tutta la popolazione degli under 18, cioè 900 milioni all'anno". La mancata assunzione di pesce, avverte il professore ordinario di pediatria di United Campus of Malta, "si può dunque considerare come uno dei più grandi squilibri alimentari presenti in Italia, considerando gli effetti positivi in particolare del pesce azzurro, ricco di Omega 3 indispensabili per la crescita e la prevenzione delle malattie. E' quindi un potenziale danno alla salute, ma anche un danno economico sia a livello pubblico che familiare", prospetta. Ampliando la riflessione, continua Farnetani, "si può aggiungere che, perdendo i vantaggi positivi sulla salute e sull'accrescimento, si determina un possibile carico sul sistema sanitario nazionale che dovrà curare e gestire malattie che sono più frequenti fra chi non assume pesce. Quanto al danno economico, basti pensare che il pesce ideale per i bambini sono le alici che hanno un costo medio di meno di 2 euro a porzione. Quindi anche nei periodi di crisi economica rappresentano non solo un pasto salutare, ma anche un risparmio per le famiglie". Le alici piacciono ai bimbi e ai ragazzi "in primo luogo perché si spinano con facilità, e dalla mia ricerca risulta che fra le ragioni per cui i bambini non mangiano il pesce c'è che hanno paura delle lische. Mentre quando, come nel caso dei bastoncini, hanno la certezza di trovare una carne morbida facilmente masticabile e che può essere spezzettata, mangiano pesce senza problemi. Le alici possono essere offerte come filetti, ma anche in versione polpette, hamburger, crocchette, queste ultime molto amate considerato che i bambini preferiscono il pesce impanato e fritto. Anche il metodo di cottura non è controindicato, purché sia usato l'olio di oliva. Le alici possono essere date ai bambini, se lessate, dall'età di 8 mesi, mentre crocchette e polpette di alici impanate e fritte già da 1 anno". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)