Almanacco del Ciclismo: Memoria e Storia delle Corse su Due Ruote
Panoramica sull’Almanacco
Nato nel 1992, l’Almanacco del Ciclismo è considerato una vera e propria ‘Bibbia del pedale’, giunto alla sua 33esima edizione, di cui la 29a realizzata da Gianni Marchesini Edizioni. Dopo il passaggio di testimone da Lamberto Righi a Davide Cassani, il nuovo autore Pier Augusto Stagi, fondatore di Tuttobici e direttore di Tuttobiciweb, continua l’opera di conservazione della memoria ciclistica.
Il Contenuto dell’Almanacco 2024
Il volume 2024 dell’Almanacco del Ciclismo presenta una vasta gamma di contenuti riguardanti il mondo delle corse su strada, in linea e a tappe, sia in Italia che all’estero. Con 432 pagine e un prezzo di 39 euro, l’Almanacco si presenta con una copertina gialla e si avvale del contributo di esperti del settore come Beppe Conti, Roberto Ronchi, Danilo Viganò, Gian Luca Giardini e Bruno Sueri, supportati da Geo Edizioni e Carlo Fontanelli.
Dagli esiti delle corse professionistiche a quelli delle categorie giovanili e femminili, passando per il ciclocross, la mountain bike e le gare su pista, l’Almanacco raccoglie informazioni dettagliate su oltre 3.000 ciclisti, inclusi i professionisti, i team dilettantistici e le atlete donne in attività nel 2024. Inoltre, vengono forniti i calendari delle competizioni, le squadre partecipanti, gli albi d’oro completi, le biografie dei nuovi professionisti e le statistiche dettagliate riguardanti le gare più prestigiose come Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta a España.
La Memoria Storica e Statistiche del Ciclismo
Oltre a documentare gli eventi recenti, l’Almanacco del Ciclismo si caratterizza anche per la sua attenzione alla storia e alla memoria del ciclismo. Attraverso elaborazioni statistiche sui vincitori, i record, le classifiche e i risultati delle rappresentative nazionali, l’Almanacco offre una panoramica completa e dettagliata del mondo delle corse su due ruote. Le pagine della memoria permettono infine di rievocare i momenti salienti del passato, dimostrando come il ciclismo sia un sport che vive e si nutre della propria storia.