Un’emozionante pedalata di speranza contro le ferite della guerra
Nella terza tappa del Grand Départ del Tour de France, un percorso che si estende da Piacenza a Torino, si è distinto Lorenzo Bernard, un atleta paralimpico con una storia di resilienza e coraggio. Accanto a lui, la sua guida Davide Plebani, formano un tandem vincente che ha recentemente conquistato la medaglia di bronzo ai Mondiali di paraciclismo a Rio de Janeiro nel 2024. Entrambi si stanno preparando per le imminenti Paralimpiadi a Parigi, dimostrando una determinazione e una passione straordinarie.
La storia di Lorenzo Bernard è toccante e ispiratrice. Vittima civile di guerra, nel 2013 a soli 15 anni è stato coinvolto nell’esplosione di un ordigno bellico, perdendo la vista a causa di una bomba a mano scambiata per un innocuo lumino da cimitero. Questo tragico evento non ha però fermato la sua voglia di vivere e di lottare contro le avversità. Oltre a dedicarsi con successo al mondo dello sport, conquistando un quinto posto nel canottaggio alle Paralimpiadi di Tokyo tre anni fa, Lorenzo è un attivo sostenitore dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra .
La missione di Lorenzo va aldilà dei confini dello sport di élite. Attraverso la sua partecipazione attiva nell’ANVCG, in qualità di Consigliere della sede piemontese presieduta da Nicolas Marzolino, un amico che ha condiviso con lui le conseguenze devastanti di un incidente simile, Lorenzo si impegna a sensibilizzare sulle ferite invisibili della guerra. Il suo messaggio di speranza è rivolto specialmente ai giovani che oggi, in varie parti del mondo, vivono situazioni di conflitto e violenza. Con la forza dei suoi gesti, Lorenzo vuole ricordare a tutti che il costo più alto delle guerre è pagato dai civili innocenti, vittime di un orrore senza senso.
Bernard e Plebani, vestiti con una divisa gialla e nera offerta dalla Regione Piemonte, hanno percorso una parte della terza tappa del Tour de France con determinazione e grinta. Partiti da Carmagnola alle 13.30, hanno fatto il loro ingresso trionfale nel capoluogo piemontese un’ora dopo, pronti ad accogliere la carovana del Tour presso l’Inalpi Arena. La loro storia di resilienza e impegno è un esempio tangibile di come lo sport possa essere uno strumento di guarigione e di speranza per coloro che combattono le ferite della guerra, sia fisiche che emotive.